Alberto Cottica
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La musica e le scienze sociali sono sempre stati i miei interessi principali. Non riuscendo a decidermi tra i due, ho deciso di perseguirli entrambi e ho finito per diventare uno strano mix di musicista folk-world e di economista che si interessa della creatività umana come motore di sviluppo.
Come economista, mi sono posto l’obiettivo di dare un piccolo contributo alla costruzione di un’economia il cui motore principale sia l’intelligenza umana – creatività, innovazione, cultura – piuttosto che le risorse materiali e lo lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo e la natura. Sono convinto che questo modello possa emergere dalla “tempesta perfetta” in atto nell’economia digitale, e che l’industria musicale e le industrie creative in genere siano un buon punto di osservazione e, forse, una piattaforma per agire. Ho scelto di rappresentare l’interesse generale piuttosto che il profitto di un’impresa in particolare: mi interessano le politiche pubbliche come partecipazione consapevole alle scelte collettive. Lavoro molto sulle reti sociali, sia fisiche che online, come strumento di progettazione e implementazione della policy. Attualmente sono project manager del Dipartimento politiche dello sviluppo del Ministero dello sviluppo economico sul tema dell’arte e della creatività come strumento di sviluppo locale.
Come musicista mi interessano le nostre radici, in particolare quelle della mia nativa Emilia Romagna, che mi piace raccontare attraverso la musica in tutto il mondo. Il mio progetto principale è il gruppo di folk digitale Fiamma Fumana, molto attivo soprattutto in nord America e nord Europa. Collaboro anche con il mio vecchio amico Cisco e, più occasionalmente, con alcuni artisti stranieri di world music come i britannici Transglobal Underground e la danese Gudrun Holck. Sono anche nel gruppo fondatore dei Modena City Ramblers; vi ho militato per anni, ma adesso non ci lavoro più.
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Music and social sciences have always been my main interests. Unable to decide between the two, I decided to pursue both and ended up a strange mixture of folk-world musician and economist interested in human creativity as a development engine.
As an economist, I set myself the goal of contributing to building an economy propelled chiefly by human intelligence – creativity, innovation, culture – rather than physical resources or the exploitation of man over man and nature. I am convinced that this model can emerge from the “perfect storm” under way in the digital economy, and that the music industry and the creative industries in general are a good place to watch it from and, just maybe, to intervene in the process. I have chosen to represent the general interest rather than a single company’s: I am interested in public policy as intelligent participation in collective choice. I work a lot on social networks, both physical and online, as a tool to design and deploy policies. At the moment I am project manager for the Development Policy Unit of the Italian government’s Ministry for Economic Development on the issue of art and creativity as economic development tools.
As a musician I am interested in our common roots, especially those of my native Emilia Romagna region, which I like to expose to a fairly global audience. My main project is digital folk group Fiamma Fumana, active chiefly in North America and northern Europe. I also work with my old friend Cisco and occasionally with some non-Italian world music artists like the British band Transglobal Underground and Danish singer Gudrun Holck. I also am among the founders of Italian folk-rock band Modena City Ramblers, but now I am not involved with them anymore.
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